Un 29enne, è stato arrestato dai Carabinieri di Biancavilla e posto ai domiciliari, su ordine della Procura di Catania, per avere maltrattato per anni la moglie 25enne. L’uomo è accusato di maltrattamenti e lesioni personali aggravate. Le indagini hanno messo in evidenza la via crucis patita dalla donna dal 2009 fino ad oggi. Il 29enne, nell’arco della convivenza matrimoniale, ha sempre tenuto un atteggiamento aggressivo, minaccioso e prevaricante nei confronti della moglie, picchiata regolarmente con schiaffi, pugni e calci, anche alla presenza dei due figli minorenni – di 4 e 9 anni – determinando nella donna uno stato di sottomissione psicofisica anche durante lo stato di gravidanza. Oltre alla violenza fisica e psicologica veniva ingiuriata con frasi lesive alla persona. Per tenere unita la famiglia, la donna, lo aveva sempre perdonato evitando di denunciare le azioni vessatorie del marito, che secondo le indagini, erano dettate da una gelosia ingiustificata e un malsano senso del possesso. Gli inquirenti hanno ricostruito anche un episodio accaduto lo scorso 3 aprile quando recandosi insieme alla moglie a prelevare il figlioletto da scuola, solo per il semplice fatto che sul cellulare della donna era giunto un messaggio inviatole da una amica (non gradita dall’uomo), l’ha dapprima aggredita verbalmente per poi, giunti a casa, afferrato per i capelli e colpendola con e calci e pugni alla schiena. Aggressione che ha costretto la poverina, mentre il marito era andato via da casa portando con sé il figlio, a farsi accompagnare dai propri genitori in ospedale dove i medici le hanno diagnosticato “un trauma cranico minore e dei traumi contusivi alle zone dorso-lombare”. La 25enne, Terrorizzata da questa escalation di violenza, temendo per la propria incolumità, ma soprattutto per quella dei figli, ha trovato la forza ed il coraggio di denunciare il marito ai Carabinieri, così da consentire agli investigatori di comporre un quadro indiziario a carico dell’indagato che non ha lasciato alcun dubbio al giudice il quale, accogliendo la richiesta del Magistrato titolare dell’indagine, ha emesso la misura restrittiva.